Articolo Fai da te Restauro mobili
Il trattamento antitarlo freccemartedì 6 dicembre 2011      


Il trattamento antitarlo, per essere valido ed efficace, deve poter colpire non solo le larve, ma anche le uova presenti, contro le quali però il trattamento stesso è del tutto inefficace. Per questo motivo esso va ripetuto due volte l'anno, in modo da colpire efficacemente il maggior numero di larve attive. Le stagioni migliori per effettuare il trattamento sono la primavera e l'autunno, stagioni nelle quali le farfalle escono dai mobili e si trovano in prossimità dell'uscita. L'anno successivo il mobile precedentemente trattato va comunque attentamente controllato per verificare eventuali presenze indesiderate.

Come individuare la presenza di tarli nel legno
La presenza di tarli determina molto rapidamente un dannoso e antiestetico deterioramento del legno. Se i fori presentano i bordi sfrangiti e hanno l'aspetto più scuro rtispetto al resto del legno, vuol dire che i tarli hanno già abbandonato da tempo il mobile, mentre se i fori presentano i bordi netti, ciò vuol dire che i tarli lo hanno laciato da poco e che probabilmente ve ne sono ancora altri nel legno.
Talvolta le galleria scavate dalle larve arrivano molto viciono alla superficie del mobile, tanto che è possibile notare la vernice leggermente sollevata. Un mobile tarlato è solitamente molto apprezzato dagli amanti delle antichità perchè, in un certo senso, è la prova pratica che si tratta di un mobile di qualche anno, tuttavia questo può essere anche un problema, in quanto può restare significativamente danneggiato dall'azione di questi insetti. Infatti, il legno tarlato, oltre ad assumere un aspetto decisamente più brutto, perde consistenza e potrebbe addirittura sgretolarsi. Il legno preferito dai tarli non è nè troppo giovane nè troppo vecchio, una via di mezzo, si potrebbe dire, visto che si tratta in linea di massima di un legno asciutto, ma non eccessivamente duro.
I mobili molto antichi e tarlati non subiscono più l'attacco di questi insetti, così come alcuni tipi di legno sono più soggetti a questi attacchi rispetto ad altri e, tra questi, il pino marittimo è uno di quelli del tutto immune.

La carta d'identità del tarlo
I tarli sono insetti che si nutrono di legno. Nel nostro Paese sono comparse recentemente anche altre specie esotiche introdotte, del tutto accidentalmente, con l'importazione del legno. Il tarlo più comune, l'Anobium punctatum, è vorace sia di legno duro sia tenero e dolce, e attacca senza particolari preferenze sia la parte interna che quella esterna dell'asse. Le larve scavano gallerie a meandro e producono una polverina che al tatto risulta essere a palline granulari. Una volta adulto, completata la sua trasformazione, l'insetto fuoriesce dal legno lasciando come segno della sua presenza il tipico forellino. Se nel silezio della notte si sente il classico rumore paragonabile ad un ticchettio proveniente da una trave o da un  mobile, vuol dire che si è in compagnia di un altro insetto, il Xestobium rufovillosum. Il rumore è prodotto dal maschio che lancia i suoi segnali amorosi di richiamo nei confronti della femmina battendo il capo contro il legno.
Un foro ellittico, invece, è il segnale della presenza del Pentarthrum huttoni, mentre una infestazione a chiazze è il segnale della presenza del tarlo esotico Lyctus brunneus che rimane invisibile fin quando, del tutto accidentalmente, in seguito alla pressione di un dito il legno si sfalda sbriciolandosi. Se invece, e per ultimo, si rileva la presenza di un foro ovale, ciò vuol dire che si è infestati dall'Hylotrupes bajulus, che ama in particolar modo le travi dei tetti, provocando seri danni, fin'anche il crollo della struttura.
Normalmente i trattamenti chimici e le moderne vernici vetrificanti rendono i mobili inattaccabili dai tarli, mentre i mobili antichi necessitano di una disinfestazione più accurata a base di appositi preparati che si trovano facilmente nei negozi di ferramenta, bricolage e nei colorifici.

Se i buchi non sono troppi
Se i buchi sono pochi e si pensa che ci si è accorti per tempo del problema, è sufficiente iniettare con una siringa il prodotto velenoso antitarlo, rispettando la quantità indicata sulla confezione anche in base al numero dei buchi presenti.
Una volta riempite le parti interessate con il prodotto tarlicida, chiudere le cavità con della cera-stucco in modo da soffocare completamente il buco.

In caso di danno particolarmente esteso
Se ci si trova in presenza di un danno esteso, bisogna armarsi di santa pazienza e portare il mobile all'aperto, indossare guanti portettivi e l'appoosita mascherina dotata di filtro, quindi immergere il pennello nell'antitarlo e spennellare abbondantemente. Bisogna considerare che per avere un effetto sicuro, è necessario che il mobile sia completamente imbevuto del prodotto.
Impacchettare poi il mobile con fogli di plastica spessa sigillando il tutto ermeticamente con del nastro gommato, in modo da formare una vera e propria camera a gas. Per essere sicuri del risultato è bene lasciare agire il prodotto per una decina di giorni.

Qualche avvertenza per un buon risultato
La maggior parte dei prodotti in commercio, soprattutto quelli che portano l'indicazione sulla non aggressività nei confronti della patina caratteristica del legno antico, sono sicuri tuttavia, prima di operare in queste condizioni, è meglio effettuare una prova su di una piccola porzione del mobile antico da trattare non in piena vista e controllare il risultato, sia in luce diretta che in controluce.
Quando si inietta il prodotto antitarlo con la siringa o con l'apposito spruzzatore del quale sono fornite alcune confezioni, è importante assicurarsi che il prodotto penetri il più possibile in profondità. Quando il liquido fuoriesce, asciugare e aspettare qualche istante prima di procedere nuovamente, infine chiudere il foro con lo stucco adatto. Per fare penetrare in profondità la cera-stucco nel buco lasciato dal tarlo, scaldare la punta di uno spillo e appoggiarla rovente sullo stucco che fonderà scendendo in profondità nel foro.
Tuttavia, nonostante queste righe, se il mobile infestato da tarli dovesse essere di particolare pregio e valore, è meglio rovolgersi a restauratori di provata esperienza, che oltre tutto sono attrezzati come un povero fai-da-te non potrà mai essere.

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Il trattamento antitarlo freccemartedì 6 dicembre 2011      

Il trattamento antitarlo, per essere valido ed efficace, deve poter colpire non solo le larve, ma anche le uova presenti, contro le quali però il trattamento stesso è del tutto inefficace. Per questo motivo esso va ripetuto due volte l'anno, in modo da colpire efficacemente il maggior numero di larve attive. Le stagioni migliori per effettuare il trattamento sono la primavera e l'autunno, stagioni nelle quali le farfalle escono dai mobili e si trovano in prossimità dell'uscita. L'anno successivo il mobile precedentemente trattato va comunque attentamente controllato per verificare eventuali presenze indesiderate.

Come individuare la presenza di tarli nel legno
La presenza di tarli determina molto rapidamente un dannoso e antiestetico deterioramento del legno. Se i fori presentano i bordi sfrangiti e hanno l'aspetto più scuro rtispetto al resto del legno, vuol dire che i tarli hanno già abbandonato da tempo il mobile, mentre se i fori presentano i bordi netti, ciò vuol dire che i tarli lo hanno laciato da poco e che probabilmente ve ne sono ancora altri nel legno.
Talvolta le galleria scavate dalle larve arrivano molto viciono alla superficie del mobile, tanto che è possibile notare la vernice leggermente sollevata. Un mobile tarlato è solitamente molto apprezzato dagli amanti delle antichità perchè, in un certo senso, è la prova pratica che si tratta di un mobile di qualche anno, tuttavia questo può essere anche un problema, in quanto può restare significativamente danneggiato dall'azione di questi insetti. Infatti, il legno tarlato, oltre ad assumere un aspetto decisamente più brutto, perde consistenza e potrebbe addirittura sgretolarsi. Il legno preferito dai tarli non è nè troppo giovane nè troppo vecchio, una via di mezzo, si potrebbe dire, visto che si tratta in linea di massima di un legno asciutto, ma non eccessivamente duro.
I mobili molto antichi e tarlati non subiscono più l'attacco di questi insetti, così come alcuni tipi di legno sono più soggetti a questi attacchi rispetto ad altri e, tra questi, il pino marittimo è uno di quelli del tutto immune.

La carta d'identità del tarlo
I tarli sono insetti che si nutrono di legno. Nel nostro Paese sono comparse recentemente anche altre specie esotiche introdotte, del tutto accidentalmente, con l'importazione del legno. Il tarlo più comune, l'Anobium punctatum, è vorace sia di legno duro sia tenero e dolce, e attacca senza particolari preferenze sia la parte interna che quella esterna dell'asse. Le larve scavano gallerie a meandro e producono una polverina che al tatto risulta essere a palline granulari. Una volta adulto, completata la sua trasformazione, l'insetto fuoriesce dal legno lasciando come segno della sua presenza il tipico forellino. Se nel silezio della notte si sente il classico rumore paragonabile ad un ticchettio proveniente da una trave o da un  mobile, vuol dire che si è in compagnia di un altro insetto, il Xestobium rufovillosum. Il rumore è prodotto dal maschio che lancia i suoi segnali amorosi di richiamo nei confronti della femmina battendo il capo contro il legno.
Un foro ellittico, invece, è il segnale della presenza del Pentarthrum huttoni, mentre una infestazione a chiazze è il segnale della presenza del tarlo esotico Lyctus brunneus che rimane invisibile fin quando, del tutto accidentalmente, in seguito alla pressione di un dito il legno si sfalda sbriciolandosi. Se invece, e per ultimo, si rileva la presenza di un foro ovale, ciò vuol dire che si è infestati dall'Hylotrupes bajulus, che ama in particolar modo le travi dei tetti, provocando seri danni, fin'anche il crollo della struttura.
Normalmente i trattamenti chimici e le moderne vernici vetrificanti rendono i mobili inattaccabili dai tarli, mentre i mobili antichi necessitano di una disinfestazione più accurata a base di appositi preparati che si trovano facilmente nei negozi di ferramenta, bricolage e nei colorifici.

Se i buchi non sono troppi
Se i buchi sono pochi e si pensa che ci si è accorti per tempo del problema, è sufficiente iniettare con una siringa il prodotto velenoso antitarlo, rispettando la quantità indicata sulla confezione anche in base al numero dei buchi presenti.
Una volta riempite le parti interessate con il prodotto tarlicida, chiudere le cavità con della cera-stucco in modo da soffocare completamente il buco.

In caso di danno particolarmente esteso
Se ci si trova in presenza di un danno esteso, bisogna armarsi di santa pazienza e portare il mobile all'aperto, indossare guanti portettivi e l'appoosita mascherina dotata di filtro, quindi immergere il pennello nell'antitarlo e spennellare abbondantemente. Bisogna considerare che per avere un effetto sicuro, è necessario che il mobile sia completamente imbevuto del prodotto.
Impacchettare poi il mobile con fogli di plastica spessa sigillando il tutto ermeticamente con del nastro gommato, in modo da formare una vera e propria camera a gas. Per essere sicuri del risultato è bene lasciare agire il prodotto per una decina di giorni.

Qualche avvertenza per un buon risultato
La maggior parte dei prodotti in commercio, soprattutto quelli che portano l'indicazione sulla non aggressività nei confronti della patina caratteristica del legno antico, sono sicuri tuttavia, prima di operare in queste condizioni, è meglio effettuare una prova su di una piccola porzione del mobile antico da trattare non in piena vista e controllare il risultato, sia in luce diretta che in controluce.
Quando si inietta il prodotto antitarlo con la siringa o con l'apposito spruzzatore del quale sono fornite alcune confezioni, è importante assicurarsi che il prodotto penetri il più possibile in profondità. Quando il liquido fuoriesce, asciugare e aspettare qualche istante prima di procedere nuovamente, infine chiudere il foro con lo stucco adatto. Per fare penetrare in profondità la cera-stucco nel buco lasciato dal tarlo, scaldare la punta di uno spillo e appoggiarla rovente sullo stucco che fonderà scendendo in profondità nel foro.
Tuttavia, nonostante queste righe, se il mobile infestato da tarli dovesse essere di particolare pregio e valore, è meglio rovolgersi a restauratori di provata esperienza, che oltre tutto sono attrezzati come un povero fai-da-te non potrà mai essere.

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